La valutazione dei rischi legionella è fondamentale sempre e in modo particolare dopo lunghi periodi di chiusura degli uffici. Due anni di pandemia da Covid-19 hanno infatti mutato la percezione della sicurezza dei luoghi di lavoro: per molto tempo sono stati quasi completamente abbandonati dal personale, ridotto o lasciato in smart working dalla propria abitazione.
Questo in molti casi ha comportato un utilizzo scarso o nullo degli impianti idrici e di quelli di areazione, con un aumento dei ristagni d’acqua. Una delle conseguenze di questa situazione, al rientro nei luoghi di lavoro, è la maggior esposizione al rischio di contrarre la legionellosi, ovvero l’infezione polmonare scatenata dal batterio della legionella.
Valutazione rischi legionella: di cosa si tratta
La legionella una minaccia che può interessare gli ambienti di lavoro e non – come ospedali, hotel, centri termali, piscine e palestre. Le sue origini non sono così lontane: un’epidemia acuta nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Philadelphia. Su 221 contagiati, i morti furono 34 e solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un batterio, denominato appunto Legionella Pneumophila, che fu isolato poi a gennaio del 1977 nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove i veterani avevano soggiornato.
La trasmissione della legionella avviene per via respiratoria attraverso l’inalazione o l’aspirazione di aerosol, ovvero goccioline di acqua contaminata dal batterio generata da rubinetti, soffioni delle docce, condizionatori d’aria e impianti di umidificazione. Il rischio di contagio aumenta con il tempo di esposizione e i soggetti più a rischio sono le persone in età avanzata, fumatori, persone con malattie croniche oppure immunodeficienza.
La malattia può manifestarsi con febbre, cefalea, tosse, gola arrossata, ma può avere un decorso anche grave, con un’incubazione dai 2 ai 10 giorni, fino a sfociare in una polmonite infettiva e in un ricovero ospedaliero.
Valutazione rischi legionella: 5 punti da tenere a mente
Per scongiurare il rischio di una diffusione del batterio della legionella, l’unica soluzione è un attento programma di prevenzione e sanificazione, che soprattutto negli ambienti di lavoro andrebbe previsto insieme a quello dedicato al Covid-19. Vediamo quali sono i 5 punti essenziali per un’attenta valutazione dei rischi legionella.
- Il protocollo di controllo e gestione deve prevedere innanzitutto la valutazione dei rischi legati agli impianti idrici e di aerazione, in modo da approntare i necessari interventi di disinfezione prima del rientro nei luoghi di lavoro da parte del personale.
- La scelta deve necessariamente indirizzarsi su fornitori qualificati, che si avvalgono di personale interno certificato come esperto in gestione del rischio Legionellosi e quindi in grado di offrire servizi di sanificazione e disinfezione per le attività di ispezione tecnica, pulizia, sanificazione e manutenzione ordinaria di impianti aeraulici, di unità di trattamento aria, di impianti di climatizzazione e di condizionamento, di pulizia e sanificazione impianti idrici sanitari e ad uso potabile.
- I procedimenti di aerosolizzazione devono riguardare le stanze singole e gli open space, e devono avvenire attraverso la sospensione di microparticelle di prodotto sanificante – che deve essere un presidio medico chirurgico, al fine di garantire il contatto con tutte le superfici degli ambienti trattati.
- La nebulizzazione deve essere effettuata a freddo, con macchine ad aria compressa che fanno in modo che il prodotto sanificante vada a saturare tutti gli spazi di lavoro, ripristinando un ambiente conforme alle norme igienico-sanitarie.
- Pulizia e igiene sul luogo di lavoro non possono essere un’eccezione o un’emergenza, ma devono essere pratiche costanti volte a migliorare la qualità di vita del personale, tutelandone la salute, e da ripetersi a intervalli regolari: nel caso della Legionellosi, da un minimo di una volta all’anno a un massimo di quattro, a seconda degli ambienti.